Boom del biologico nel Lazio: + 20%. A Latina prodotto il kiwi biologico

A Latina anche il kiwi biologico.

È un settore che a Roma e nel Lazio ha conosciuto un vero boom nell’ultimo anno, con un fatturato di centinaia di milioni e una crescita rispetto al 2015 di oltre il 20%, e in base alle stime crescerà sempre di più. 

Secondo i dati del Sinab, il sistema nazionale di informazione sul biologico, su un totale di quasi 99mila aziende agricole, sono 3500 i produttori che fanno bio nel Lazio, 500 in più rispetto a tre anni fa. Crescono anche gli ettari dedicati al biologico: erano meno di 85mila nel 2012, ora sono più di 111mila. Nel Lazio, da Viterbo a Roma fino a Latina, i prodotti principali coltivati secondo i principi biologici sono olio, vino, legumi, frutta e cereali; ma ci sono eccellenze famose in tutto il mondo come la nocciola della Tuscia, i kiwi di Latina.

Da. “Repubblica”

La produzione biologica

La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.
 
Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.
 
La principale normativa europea che regola la materia è rappresentata dal regolamento (CE) n. 834/2007, che ne fissa gli obiettivi generali:

  • stabilire un sistema di gestione sostenibile dell’agricoltura;
  • ottenere prodotti di alta qualità;
  • produrre un’ampia varietà di alimenti che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali e il benessere degli animali.

L’agricoltura biologica si fonda su obiettivi e principi, oltre che su pratiche comuni, ideati per minimizzare l’impatto umano nell’ambiente e allo stesso tempo permettere al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile.
 
Le pratiche agricole biologiche includono:

  • la rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali;
  • limiti molto ristretti nell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, antibiotici nell’allevamento degli animali, additivi negli alimenti e coadiuvanti, e altri fattori produttivi;
  • il divieto dell’uso di organismi geneticamente modificati (OGM);
  • l’uso efficace delle risorse del luogo, come l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra o la coltivazione dei foraggi per il bestiame all’interno dell’azienda agricola;
  • la scelta di piante e animali che resistono alle malattie e si adattano alle condizioni del luogo;
  • l’allevamento degli animali a stabulazione libera, all’aperto e nutrendoli con foraggio biologico;
  • l’utilizzo di pratiche di allevamento appropriate per le differenti specie di bestiame.

Da: http://www.provincia.latina.it