Uno spettacolo che si immaginava destinato per tutta la famiglia. Erano presenti sul lungomare di Terracina almeno 50.000 persone.
Molti erano i bambini accompagnati dalle famiglie per vedere gli aerei veri, molto più grandi di quelli con i quali giocano fantasticando di volare nei loro giochi.
Poi all’improvviso quello che non doveva accadere.
Chi era vicino all’area ospiti ha sentito le grida disperate della madre, del papà e della fidanzata di Gabriele. Grida disperate ed il gesto istintivo e doloroso di correre a soccorrerlo.
Intorno un silenzio irreale interrotto dai più piccoli che iniziavano a piangere per un’esperienza traumatica che non dimenticheranno facilmente.
Gabriele è diventato il nostro eroe. Aveva deciso da ragazzo che la sua vita sarebbe stata il volo, la difesa del nostro Stato e della nostra libertà. Un eroe che vorremmo meritare, ma del quale sappiamo non essere degni.
Perché spesso siamo presi dai nostri egoismi, da una diffusa insensibilità civica e da povertà d’animo, senza oramai più valori.
Le nostre giornate andranno avanti, ma non dimenticheremo le grida di dolore e di disperazione per una giovane vita improvvisamente spezzata. Saremo sempre grati verso questi uomini che conoscono perfettamente il rischio della loro missione e nonostante tutto ci mettono tutte le loro forze ed impegno.
Saremo un popolo felice quel giorno in cui non avremo bisogno di eroi. Ora ne abbiamo uno più grande che abbiamo visto volare sulla nostra città con tutto il suo coraggio.
Sei tu il nostro Capitano Gabriele.