Legambiente Terracina: “Ritrovati sulla spiaggia di Levante dischetti di materiale plastico provenienti da impianto di depurazione campano”

RITROVATI 28 DISCHETTI SULLA SPIAGGIA DI LEVANTE A TERRACINA NEL CORSO DELL’ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO COORDINATA DAL CIRCOLO LEGAMBIENTE 

Si è svolta il 26 marzo a Terracina sulla spiaggia di Levante l’attività di pulizia delle spiagge coinvolte dalla dispersione dei dischetti, che nel weekend ha visto cittadini e associazioni al lavoro in diverse località, consultabili sul sito www.cleansealife.it.

Il Circolo di Terracina è stato tra i pochi circoli costieri del Lazio ad essere coinvolto nel monitoraggio e ad adottare un protocollo rigoroso sulla Spiaggia di Levante, già oggetto di analisi e studi per altre campagne nazionali Legambiente come #BeachLitter e #SpiaggeeFondaliPuliti.

Il gruppo di Legambiente nell’opera di pulizia della spiaggia di levante di Terracina

Rivenuti 28 dischetti sulla spiaggia di levante

A Terracina l’attività è stata coordinata dal locale Circolo Legambiente “Pisco Montano”: è stata monitorata la spiaggia di Levante. Circa 5000mq divisi in 5 settori dove sono stati rinvenuti 28 dischetti presumibilmente portati dalle mareggiate dei giorni scorsi. Inoltre è stata bonificata l’area e rimosso anche altra plastica. I dati sono stati immediatamente comunicati alla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Terracina e inseriti nel sistema di acquisizione centralizzato del progetto Clean Sea LIFE.

I dischetti rinvenuti, corredati da foto e posizione di ritrovamento, sono a disposizione per ulteriori analisi da parte degli organi inquirenti.

Dischetti da impianto di depurazione della Campania

La rete Plastic Free Beaches Terracina aveva effettuato ulteriori monitoraggi nei giorni scorsi lungo tutto il litorale di Levante e Ponente senza rinvenire altri dischetti.

Legambiente Terracina: “Si poteva intervenire prima”

“Osserviamo soltanto che chi gestiva l’impianto di depurazione sul fiume Sele (Provincia di Salerno, Campania) sapeva già un mese fa quello che era accaduto e forse si poteva intervenire per evitare che questo materiale infestasse il mare e le spiagge di mezza Italia. Infatti molti impianti di questa tecnologia (MBBR a dischetti) sono dotati di reti di protezione a maglia con un diametro inferiore alla dimensione dei dischetti stessi in modo da impedirne la eventuale fuoriuscita. Milioni di dischetti finiti in mare di cui solo una piccolissima percentuale è quella che compare sulle spiagge del centro Italia. Moltissimo di questo materiale rimarrà per sempre in mare” commenta Legambiente.

“Dovrà intervenire la magistratura”

“Siamo grati al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, che ha individuato la fonte del gravissimo inquinamento causato dai dischetti di materiale plastico a danno di circa 500 km di costa tirrenica ma vogliamo che la Magistratura intervenga per accertare le responsabilità e le negligenze commesse, i responsabili siano perseguiti per reato di inquinamento ambientale come previsto dalla legge 68/2015 sugli ecoreati e che le operazioni di bonifica non siano solo affidate all’impegno volontario e alla dedizione dei cittadini ma che il Ministero dell’Ambiente e le Regioni interessate si impegnino subito per una valutazione complessiva dell’impatto dello sversamento delle plastiche, per un piano di rimozione e risanamento e intervengano affinché le società di gestione del servizio idrico integrato delle ATO interessate verifichino i loro impianti e prendano le giuste precauzioni perché ciò che è accaduto al depuratore sul Sele non accada altrove”.