Non hanno il rispetto per l’ambiente e per gli uomini. I giorni del terrore a Terracina

Non hanno il rispetto per l’ambiente e per gli uomini.

Non hanno paura delle istituzioni.

 

Una città sotto assedio per incendi accesi contemporaneamente in più punti delle colline di Terracina.

Le fiamme hanno distrutto molta parte della bellezza delle nostre colline. Non conosciamo e forse non conosceremo mai chi sono stati gli artefici di questo attentato gravissimo alla nostra città, ma è possibile delineare un profilo di questi criminali.

Non hanno rispetto per l’ambiente, non hanno il rispetto per gli uomini e sembrano non aver la minima paura delle istituzioni.

Allora, se non potremo individuare forse i singoli colpevoli, possiamo provare almeno a lottare perché il rispetto dell’ambiente, dei cittadini ed in particolare dei soggetti più deboli sia sempre un bagaglio comune del nostro vivere civile.

Su questi punti non bisogna mai abbassare la guardia.

Siamo tutti chiamati a condannare sempre chi non rispetta l’ambiente, le persone e i loro diritti.

Tutti abbiamo le nostre pur piccole responsabilità ed occorre avere sempre comportamenti coerenti, denunciando ed indignandoci ogni volta che vedremo calpestati i nostri diritti di cittadini.

 

Foto Jolly Barone

 

Il racconto di una notte di terrore

Foto. Ettorina Michelazzo

“Stavo facendo pascolare serenamente gli asinelli quando un’improvvisa pioggia di cenere mi ha fatto alzare gli occhi verso San Silviano e subito ho capito che questa volta le fiamme potevano aver preso le case. Sono salita immediatamente e ho visto tre donne venirmi incontro: un’anziana, una ragazza e una donna incinta. Tutte e tre sottobraccio, come per sostenersi e farsi forza a vicenda.

Ho visto la disperazione sul loro volto di chi temeva che era andata a fuoco la casa. Ho sentito le urla in lontananza che mi hanno fatto accelerare i battiti per il terrore al pensiero che qualcuno si fosse ustionato gravemente. Appena ho potuto mi sono coperta il viso con una sciarpa e sono corsa su verso l’incendio con una cassa d’acqua nella speranza di poter dare sollievo a qualcuno.

Molti non ne volevano sapere di abbandonare la loro abitazione, lasciare lì i ricordi di una vita è troppo doloroso per loro. Lo shock sui volti era evidente… la lucidità della razionalità è svanita facilmente.

Fortunatamente c’erano pompieri, polizia, ambulanze e volontari…”

Da: https://www.facebook.com/demetraterracina/

Grazie all’intervento eroico degli operatori le fiamme hanno solo lambito alcune abitazioni, ma la paura delle persone è ben descritta da questo racconto dei momenti di maggior panico generale.

Foto: Salvatore Greco

Il momento di indignarsi e fermarsi a riflettere.

Dalla pagina di Ettorina Michelazzo:

“Incuria e spregio del territorio, senso civico assente, regole mai rispettate, le colpe che sono sempre di qualcun altro, la pretesa che l’aiuto sia un dovere sempre degli altri. Fintanto che non sarà toccato quello che verrà percepito come bene comune non si reagirà direttamente abbandonando il pietismo e il fatalismo.
Sarebbe giusto il momento di indignarsi e fermarsi a riflettere. Invece no, nelle ore in cui la situazione si prospettava sempre più gravosa, si è pensato di continuare a ballare, a suonare o a gridare a squarciagola per un gol segnato. Purtroppo quest’apatia, questa disaffezione a un senso civico e civile del vivere il proprio territorio ci sta fagocitando. Bastava essere coesi ed interrompere ogni intrattenimento o manifestazione estiva per esprimere solidarietà a quelle famiglie che venivano evacuate con i loro bambini in quegli stessi istanti. Invece no, alzatina di spalle collettiva e via, è il modus italico e temo non ci sarà mai nulla da fare se non comprendiamo il senso profondo del bene comune”.

(Ettorina Michelazzo)