Così si festeggiava la Madonna del Carmine a Terracina. Ricordi della tradizione dei giochi popolari

Rispetto al passato la Festa del Mare ha perso per strada diversi momenti caratterizzanti la fase ludica.

Nell’archivio diocesano sono ancora oggi rintracciabili manifesti o stampati che testimoniano i programmi riguardanti le feste del Carmine del secolo passato.

L’estrazione della tombola, che precedeva nel primo pomeriggio il concerto bandistico, era un momento divertente non solo per le possibili vincite, ma soprattutto per il quadro folkloristico in cui si svolgeva.

Sul palco allestito dal Comune c’era un grande quadro con i numeri che erano girati con una mazza da un addetto, dopo che lo speaker a squarciagola li aveva urlati alla folla. Anticamente lo spettacolo dei fuochi d’artificio era più romantico e familiare. Erano sparati nella piazza della Marina, dove i fuochisti provvedevano a piantare i pali delle girandole e delle granate aeree. La variazione del posto per l’accensione dei fuochi artificiali dalla piazza della Marina alla punta del Porto si rese necessaria per motivi di sicurezza e per l’asfaltatura della piazza e della Via Appia agli inizi del 1930.

La corsa dei cavalli o carriera era una gara molto antica a Terracina. Già alla fine del settecento la carriera dei cavalli era effettuata, per esempio, nella festa del S. Salvatore, la cui immagine è venerata, in tono minore, nella chiesa dell’Istituto “G. Antonelli”.

L’ambiente offriva le possibilità per lo svolgimento di questo palio di Terracina. Il chilometro di rettifilo cittadino, ultimo tratto della “fettuccia” di Terracina, costituiva una specie di pista naturale, da ippodromo, per una simile competizione, la strada era bianca.

Il Comune disponeva a transennare tutta Via Roma con robuste corde dietro le quali si assiepavano gli spettatori.

I cavalli partivano dal ponte del Salvatore, mentre almeno due trombettieri scaglionati lungo il percorso avvertivano la gente dell’arrivo dei cavalli, i quali terminavano la loro corsa nella piazza della Marina.

Di solito si correvano tre corse: le prime due manche erano ad eliminazione, la terza decretava il vincitore.

Oltre alla corsa dei cavalli la cuccagna a mare stimolava la fantasia e il desiderio dei ragazzi.

Foto: salentourist.it

Un palo orizzontale di sette-otto metri era piazzato sulla prora di uno dei grossi barconi da trasporto, era spalmato di grasso e su di esso, come equilibristi, dovevano camminare i concorrenti per prendere la bandiera rossa posta alla punta del palo.

La corsa delle barche e la caccia alle oche, conclude la panoramica delle attività ludiche delle vecchie feste del mare.

Il percorso della gara a due o più vogatori si spingeva dall’antico Ufficio doganale del porto fino all’altezza degli scogli dell’acqua Magnesia. Mezzo miglio marino da percorrere andata e ritorno. A questa gara, di solito, era abbinata quella della caccia alle oche, lanciate in acqua nello specchio antistante il molo gregoriano. Non era facile per i nuotatori catturarle. Non di raro le oche andavano a finire oltre il molo Gregoriano o negli anfratti più reconditi degli scogli circostanti.

Fonte: http://www.comune.terracina.lt.it/comunicati/comunicati_action.php?ACTION=due&cod_archivio=5650 (Everardo Longarini)