Ecco com’era il porto di Traiano a Terracina!

Un comodo asilo alle navi di passaggio

Già alla fine del VI secolo prima della nascita di Cristo, Tarracina, con il suo nome di origine etrusco sotto l’influenza della Roma dei Tarquini, sulla rotta dall’Etruria a Cuma, aveva, se non un porto, almeno un agevole scalo ben frequentato anche in età repubblicana. Una grande insenatura, ora interrata, doveva trovarsi all’incirca dove ora è Piazza Garibaldi ed offriva comodo asilo alle navi di passaggio.

Porto Traiano di Terracina

 

Successivamente problemi di insabbiamento!

E’ condivisibile l’ipotesi dell’avanzamento della linea di battigia ed il progressivo insabbiamento, ancora in atto sulla riviera di levante, ne è prova abbastanza convincente.

È altresì plausibile l’opinione del Bianchini e di altri, secondo la quale, fin dall’inizio, quello di Terracina – Anxur fu sostanzialmente un porto canale.

Il porto attuale, sempre assediato dall’insabbiamento, è ben poca cosa, per estensione e traffico, rispetto a quello attribuito a Traiano.

Quella del Canina (nella foto sopra), come tutte le ricostruzioni, utilizza l’immaginazione, e tuttavia tiene a freno la fantasia, utilizzata solo nei particolari. L’impostazione generale è basata su tracce che, ancora alla fine dell’ottocento, erano molto più consistenti delle attuali.

Nel 1795 il porto era completamente riempito di terra, al suo interno c’erano orti ed aranceti, solo un’esile via d’acqua, lungo il molo rettilineo, consentiva lo sbocco del canale e l’attracco a qualche veliero nella rada antistante.

 

Il lato curvilineo verso il mare aperto, così come mostra una tela del 1920 di D. Ricci, era attrezzato con grandi pietre forate per legarvi le gomene delle navi ormeggiate. Calcolando distanze e spazio disponibile, esse dovevano essere oltre 60.

 

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Fonte: terrapontina.it