Essere studenti oggi a Terracina. Dai giornalini d’istituto della città…

Intenderemo dare spazio ai più interessanti articoli pubblicati sui giornalini d’istituto della nostra città.

Iniziamo dal nuovo giornalino dell’ITS “Bianchini”, in cui uno studente parla della propria esperienza di studio.

LA SCUOLA CHE CI MERITIAMO, MA NON QUELLA DI CUI ABBIAMO BISOGNO

Foto: lanazione.it

“Essere uno studente italiano nel 2017”

Non è facile essere studenti, anzi, non è facile essere adolescenti proprio. È un periodo incasinato dove sei pieno di dubbi, inizi a pensare un po’ al futuro, a pentirti di quello che hai fatto in passato e inizi a sentire un po’ più da vicino l’odore delle responsabilità dell’età adulta.

Ma questo non ci giustifica, ci stiamo facendo fregare.

Diciamocelo, la scuola non è bella; ognuno ci sta perché deve, che sia perché a fine mese prende uno stipendio o perché dopo cinque anni prende un pezzo di carta con scritte due righe, ma questo non è abbastanza: per quanto possa sembrare assurdo stiamo anche peggiorando!

Quando ci mettono davanti abbassamenti di già drasticamente bassi obiettivi didattici non diciamo niente che così si fatica di meno; quando si bloccano i programmi per mandarci a fare 400 ore di stage obbligatorio non retribuito, con l’illusione che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro, ce lo facciamo andare bene (che poi gli stage li faranno perlopiù quelli che hanno l’aggancio, gli altri si arrangeranno, proprio come nel mondo del lavoro vero).

Tutto questo ormai è successo e da qui non si scappa, ma per me c’è ancora speranza per uscire da qua messi un po’ meglio, perché non dico che dobbiamo essere scienziati, ma nemmeno fessi.

Le soluzioni che mi vengono in mente sono due, e non è che abbia avuto bisogno di pensarci molto: la prima è il farci sentire, rischiare il dissenso degli altri e chiedere di studiare in un ambiente più stimolante. Questa mi rendo conto che è difficile, è una cosa che io stesso mi guardo bene dal fare da solo, dopotutto sono uno che fa una riflessione in un testo anonimo davanti ad un computer, mica Ernesto Che Guevara, ma se si organizzasse qualche manifestazione, chissà.

L’altra invece è quella facile, che si può fare anche da soli, ed è il non accontentarsi. Mi viene detto che con la media del sei sono comunque ammesso all’esame di maturità; si fottano io voglio comunque puntare al sette o all’otto.

E farlo nella scuola come in qualsiasi altra situazione, perché guardare un film quando si può guardare un bel film? Perché leggere un libro quando si può leggere un bel libro?

Secondo me con questo approccio non solo si vive meglio, ma si può riuscire a crearsi una passione e un orizzonte culturale e, forse, ad uscire da questo postaccio con qualcosa di più di un pezzo di carta con su scritte due righe.

Da uno che non ha voglia ad altri che non hanno voglia, e nemmeno qualcuno che provi a fargliela venire.

 

Da http://www.ilbianchini.it/it/rubriche/il-nostro-presente/item/25-la-scuola-vista-dal-di-dentro.html

 

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